Cassa di Risparmio di Biella
Verrone (BI), 1997-1998
La banca occupa il primo dei due lotti di uguale conformazione previsti nel progetto originario.
Il volume, a pianta triangolare, scandito dalla ritmatura dei conci di marmo rosato trattati con differenti lavorazioni superficiali, si staglia nella campagna biellese come un acquedotto di antica memoria.
Il disegno dei portali e la scansione dei pieni e dei vuoti hanno la funzione di alleggerire la massa muraria, conferendo un aspetto scenografico pur nella sobrietà dell’insieme;
internamente il gioco di luce che viene accentuato dal lucernario in sommità, movimenta e vivacizza l’ambiente di lavoro concepito come open space.
A completamento il giardino, i percorsi e la fontana: tutto pensato per un integrazione paesaggistica che esalti il volume, senza imporne la massa.
Multisala Cinestar
Piacenza, 1998-2002
L’edificio a pianta rettangolare, con un fronte di ml. 100 ed una profondità di ml. 50, è concepito come insieme di volumi di altezze variabili, che ricalcano la suddivisione degli spazi interni, collegati funzionalmente da un unico corridoio centrale cui corrisponde in sommità un lucernario a forma di quarto di cerchio.
La differenza dimensionale delle singole sale è volutamente denunciata e diventa il pretesto per dar vita ad un insieme dinamico di volumi variamente articolati.
L’uniformità formale dei prospetti, trattati con gli stessi elementi di finitura in un rapporto tra vuoti e pieni, dove la massa materica assume un ruolo preponderante, viene frammentata in una ritmatura regolare scandita da colonne, travi e sfondati.
Per i paramenti esterni si è previsto l’uso del mattone paramano di produzione locale; gli elementi metallici esterni, ringhiere e serramenti, compreso il lucernario, sono pensati con un disegno ed un trattamento superficiale e cromatico comune, per configurarsi nell’insieme come un unico segno decorativo che caratterizza tutti gli scorci visuali.
Sede Consorzio Risanamento Acque Biellesi (C.R.A.B)
Biella (BI), 1998-2000
L’impianto dell’edificio, sviluppato attorno ad un disegno semplice ed essenziale, si integra in un contesto fortemente segnato dalla presenza dell’attuale sede dell’Unione Industriale, volume compatto e massiccio secondo gli stilemi dell’architettura razionalista. La massa muraria, importante e ritagliata nello spazio con la disinvoltura che scaturisce da soluzioni progettuali tecnicamente avanzate, è caratterizzata dalla trama cromatica del paramento lapideo, modellata come tessuto, e movimentata dalla alternanza di fasce differenziate nel trattamento superficiale. In contrapposizione all’imponenza ed alla staticità dell’involucro murario, una grossa fenditura verticale caratterizza i due fronti più estesi, quale torrente di montagna che dilaga ruscellando verso valle. Una superficie vetrata degradante in altezza, rievoca la memoria dei primi insediamenti industriali alimentati dalla viva forza delle acque. Progetto selezionato per il premio Alcoa Architettura del 2001.
Showroom dell'Orso
Valdengo (BI), 2005-2006
La scelta della committenza di sopraelevare una azienda tessile esistente, per ricavare uno show-room di rappresentanza e per l’esposizione delle collezioni, ha delineato le prime scelte progettuali.
L’idea è stata quella di calare qualcosa dall’alto: una copertura ondulata e colorata, su ampie pareti vetrate che annullano l’effetto materico dei tamponamenti laterali, un battito d’ali che coniuga la leggerezza del volo con il calore di un drappo di tessuto pregiato che avvolge e delinea lo spazio.
Internamente la struttura in legno lamellare, dove i pilastri e le travi sono pensati come alberi con i rami protesi verso l’alto, si integra con i giochi di luce, che innonda l’ambiente dai lati e dall’alto, e con il disegno della pavimentazione in legno che continua nel terrazzo esterno, per dare la sensazione di uno spazio libero, aperto verso la quinta delle montagne.
Gli elementi di arredo scompaiono per lasciare spazio ai prodotti esposti: accessori realizzati con tessuti pregiati, che risaltano e catturano lo sguardo.
Unione Industriale Biellese - Nuovo accesso e adeguamento sala
Biella, 1986 – 2005
L'edificio che ospita la sede degli industriali biellesi è un pregevole esempio di architettura razionalista della fine degli anni trenta, che nel tempo è stata adeguata alle mutate esigenze senza mai stravolgere le originarie peculiarità architettoniche.
Il nuovo accesso alla sala conferenze esistente, realizzato a metà degli anni ottanta e i successivi interventi di riqualificazione della sala, hanno seguito la medesima impostazione.
Il nuovo blocco realizzato a nord ovest, non altera l'impatto volumetrico dell'edificio originario con l'ambiente circostante, e non apporta modifiche ai prospetti principali; internamente, si è ricalcata l'impostazione planimetrica razionalista che prevede spazi di rappresentanza significativi.
Il nuovo volume si percepisce intero e dilatato in altezza grazie al fascio di luce zenitale, proveniente dal lucernario continuo, che definisce il percorso verso la sala; le altre aree operative, reception, sala stampa e guardaroba, sono delineate solo con arredi e racchiuse dalla luce più tenue che arriva dalle finestre.